Roma. Per prevedere quali saranno le prossime mosse di Aljaksandr Lukashenka e di Vladimir Putin, gli analisti spesso suggeriscono che è necessario capire chi sta sussurrando più forte alle loro orecchie: le colombe o i falchi? Quando giovedì il capo del Cremlino ha detto che la Russia è pronta a intervenire, se necessario, in Bielorussia, tutti si sono trovati d’accordo nel dire: ecco, i falchi di Mosca si stanno facendo sentire di più. Ma se la copertina dell’Economist di questa settimana ha ragione e Putin ha qualche paura – il titolo è “What Putin fears” – il presidente russo dovrebbe imparare a rispondere ai suoi timori in modo diverso da come ha fatto finora. Magari iniziando a prestare qualche attenzione in più alle, poche, colombe del Cremlino o ad Angela Merkel che ieri gli ha consigliato di non intervenire in Bielorussia. A Minsk, invece, le colombe sono scomparse del tutto e all’orecchio del presidente bielorusso la voce che arriva è soprattutto una: quella della sua portavoce. Natalia Eismont è entrata nella squadra di Lukashenka nel 2014, erano undici anni che il presidente bielorusso non aveva al suo fianco una figura simile. La Eismont, trentasei anni, un passato in televisione ed ex studentessa dell’Accademia di arte drammatica, con il tempo è diventata molto di più di una portavoce, si è trasformata in consigliere e anche spin doctor.
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