Il presidente dice di votare due volte, non si sa mai, così da truffatore in proprio diventa profeta della truffa
Prima l’idea di spostare le elezioni (illegale) poi l’uso della Casa Bianca come palcoscenico elettorale (illegale), adesso anche l’incitazione a votare due volte (illegalissimo). Non si sa cosa potrà architettare Trump di qui a novembre in questo felony tour che finora lo aveva portato a frodare in proprio ma adesso gli fa fare il salto di qualità, in qualità di istigatore-in chief (di truffe). Finora Trump era un illegalista passivo, nel senso che le sue frodi, vere e presunte, civili e penali, se le faceva per sé, dal non consegnare i fatidici redditi agli aiuti e aiutini russi alle minacce a stati terzi per far fuori “slow” Joe Biden; ma a un certo punto è diventato velocissimo a passare alla più innovativa figura del profeta della truffa, profeta in utroque, che appunto non si limita a violare la legge ma ne diventa teorico. Così col passare del tempo ha ipotizzato un possibile slittamento delle elezioni “fino a che saranno sicure” (sottinteso freudiano: dalle sue stesse frodi), poi ha fatto la famosa convention pre-registrata alla Casa Bianca. Infine, in visita in North Virginia ecco l’ideona. Uno stress test del sistema elettorale, provare a votare due volte, una per posta e una di persona, per vedere come funziona (sottinteso: male) il sistema e con l’obiettivo di deprimere l’elettorato, scoraggiandolo a votare in entrambe le modalità.
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