Bruxelles. Un meccanismo di solidarietà obbligatorio sui migranti, ma senza ricollocamenti obbligatori di rifugiati in tutti gli stati membri. E’ questa la strada che dovrebbe imboccare la Commissione europea quando presenterà il nuovo Patto su migrazione e asilo mercoledì 23 settembre per cancellare, almeno in parte, le regole di Dublino. Le contorsioni linguistiche servono spesso all’Ue per sbloccare stalli politici insormontabili. Le discussioni tra i 27 su politica migratoria e asilo sono incancrenite dal 2015, quando la Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker rispose all’arrivo di oltre un milione di migranti in Grecia e in Italia con ricollocamenti obbligatori per tutti gli stati membri che hanno provocato una rottura tra est e ovest. Per uscire dall’impasse, la Commissione di Ursula von der Leyen intende mettere in piedi un sistema di governance europeo delle migrazioni, ponendo l’accento soprattutto su protezione delle frontiere esterne e rimpatri. Sulla solidarietà sancita dall’articolo 80 del trattato dell’Ue, la Commissione dovrebbe ricorrere a un gioco di parole: la solidarietà sarà obbligatoria, ma non l’obbligo di accogliere quote migranti dai paesi di primo ingresso.
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