Donald Trump ha assicurato che la nomina del nuovo giudice della Corte suprema è questione di giorni, “venerdì o sabato”, perché si deve rispettare il lutto e attendere che abbiano luogo i funerali di Ruth Bader Ginsburg, morta venerdì sera. Non si andrà oltre, visto che “chi ha i voti fa quello che vuole”. I conti, però, i repubblicani li stanno facendo, con il leader Mitch McConnell che si è assicurato il sostegno degli incerti Lamar Alexander, Rob Portman e Roy Blunt a fronte del no delle moderate Susan Collins – che in Maine si sta giocando una complicata rielezione – e Lisa Murkowski. I repubblicani possono permettersi di perdere tre voti, in caso di parità infatti deciderebbe tutto il voto del vicepresidente Mike Pence. Mitt Romney, che si oppone al presidente, non ha ancora fatto sapere cosa farà. Trump ha promesso che sceglierà una donna, “perché preferisco loro agli uomini” e subito i giornali hanno tirato fuori dai cassetti le biografie di Amy Coney Barrett, già docente alla Notre Dame University, cattolica, sette figli di cui due adottati, amata dai movimenti pro life e meno dalle senatrici liberal, che quando si trattò di dare il via libera alla sua nomina come giudice federale andarono a rispolverare i suoi commenti ostili alla sentenza Roe vs Wade che rese legale l’aborto negli Stati Uniti. Particolare non di scarso rilievo, anche Collins e Murkowski non manifestarono entusiasmo rispetto al profilo di Barrett, tant’è che due anni fa Trump preferì all’ultimo non nominarla per il posto lasciato vacante da Anthony Kennedy, e puntò su Brett Kavanaugh.
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