Togli murale, metti murale. Nella variopinta galassia della protesta bielorussa, dietro la prima linea dello scontro – sempre più duro – tra le donne vestite di bianco e i poliziotti antisommossa, sono in corso tante altre battaglie piccole e grandi. Un esercito di agenti della polizia e addetti comunali è impegnato nella lotta impari con le bandiere bianco-rosso-bianche della Bielorussia indipendente, sostituite da Aljaksandr Lukashenka con quelle rosso-verdi della Bielorussia sovietica: spuntano ovunque, vengono appese ai balconi, dipinte sulle facciate dei palazzi e sulle panchine, proiettate sulle pareti, disegnate sull’asfalto o formate da centinaia di nastrini colorati legati alle ringhiere. Per eliminarle vengono impiegati strumenti che vanno dalle forbici alle gru edili, ma tornano ogni sera, e gli abitanti del quartiere accorrono a difenderli, spesso avvertiti in segreto dagli stessi dipendenti comunali inviati a cancellarle.
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