Durante il processo per l'attentato di cinque anni fa

Odio islamista a Parigi

Daniele Raineri

Un diciottenne pachistano colpisce due persone con una mannaia nel luogo della strage di Charlie Hebdo, mentre in Pakistan ci sono grandi manifestazioni pubbliche per minacciare di morte i giornalisti francesi

Ieri un diciottenne nato in Pakistan è andato in rue Nicolas-Appert a Parigi, che è il luogo dove c’era la vecchia redazione di Charlie Hebdo. Si è avvicinato a un murale che ricorda la strage del gennaio 2015, quando i due fratelli Kouachi entrarono al giornale e uccisero dodici persone per “vendicare la pubblicazione di vignette blasfeme contro il profeta Maometto”. E’ un posto simbolico anche perché nessuno sa dove sia la nuova redazione, ma non c’è alcuna protezione da parte della polizia.Il murale è dove va a fumare chi lavora adesso nell’edificio, compresi un uomo e una donna di Premières Lignes Télévision, una casa di produzione specializzata in documentari. Il diciottenne li ha colpiti entrambi con una mannaia da macellaio, ha tentato di inseguire l’uomo per finirlo, poi invece si è dato alla fuga. Aveva un paio di scarpe rosso brillante – non il tipo di scarpe che ti metti se vuoi fuggire con discrezione – ed era macchiato di sangue, la polizia lo ha trovato a cinquecento metri dal luogo dell’attacco. Anche un algerino di trentatrè anni è stato fermato nella metropolitana di Parigi perché secondo la polizia è collegato al caso. 

 

L’attentatore come si è detto è pachistano (con precedenti per porto abusivo d’armi) e proprio in Pakistan da quando il giornale Charlie Hebdo ha pubblicato di nuovo vignette satiriche su Maometto in occasione dell’apertura del processo – il 2 settembre, tre settimane fa – ci sono state proteste violente contro il giornale francese. I movimenti islamisti che dominano la scena nel paese, centottanta milioni di persone, hanno bruciato bandiere francesi, hanno insultato il presidente Emmanuel Macron e hanno annunciato che “chi insulta il Profeta dev’essere decapitato”. I loro discorsi sono stati trasmessi in televisione. Potrebbe essere la spiegazione di quello che è successo ieri, oppure no: in Francia non mancano jihadisti francesi che compiono attacchi e aggressioni in nome dell’estremismo. 

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)