Le elezioni presidenziali sono ormai dietro l’angolo e l’ostilità reciproca tra i due partiti ha raggiunto il massimo grado. Eppure, sotto la superficie di questo incivile ma prevedibile rituale che ha luogo ogni quattro anni, si intravede che ognuno dei due partiti sta attraversando una fase di riconfigurazione che stabilirà i termini del confronto per gli anni, se non per i decenni, a venire. Democratici e repubblicani non sono in guerra solo gli uni contro gli altri, ma anche all’interno dei propri partiti. Al di là dei meschini battibecchi in corso, la più profonda e angosciante questione che si pone per entrambi è se mantenere o abbandonare del tutto la visione del mondo coltivata a partire dalla fine della Guerra fredda.
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