Il presidente bullo darà la stura al vittimismo, farà appello alle piccole agguerrite legioni del suprematismo bianco, ma solo per perdonarsi meglio e farsi fare ponti d’oro, sempre a spese dell’erario
Biden ha fatto del suo meglio per salvare le apparenze, senza escludere colpi bassi anche ben assestati contro la petulanza aggressiva dell’avversario (shut up, man!), ma dietro le apparenze c’era molta buona volontà, un tentativo difensivo impossibile di buone maniere e poco altro, un difetto che il vicepresidente di Obama ha condiviso con il suo boss dell’epoca. Al pallore di Biden, che si appresta a vincere le elezioni secondo ragionevolezza e per esperienza dell’alternativa, ha fatto riscontro l’orrore puro e rossastro, la fisiognomica da sociopatico dell’incumbent, un caso di rozzezza performativa che ha travolto l’America, giorno dopo giorno fino a ieri notte, e devastato l’incanto della politica negli Stati Uniti. Un bullo di paese. Quello che va bene per i talk-show più sbracati, ne so qualcosa, non dovrebbe funzionare in una tribuna presidenziale appena decente.
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