Non basta una malattia a fare di un clown e di un estorsore, di un pagliaccio cattivo e molesto, di un americano di cui ci si vergognerà per decenni, un eroe nero di Marlowe o di Shakespeare. Buona guarigione e si tolga di mezzo
La malattia infantile del narcisismo implica infine l’eroismo, l’epica, la grande narrazione, a conforto dell’ego. E’ di nuovo una colossale impostura, ma se hai conquistato l’America scendendo da una scala mobile della Trump Tower, insultando i tuoi competitori, imponendo d’autorità la tua malaparola contro gli handicappati, contro i messicani, contro i neri venuti dagli shithole countries, contro deboli di ogni sorta e specie, predicando la forza contro il carnaio delle élite compreso il ferrovecchio del Grand Old Party, minacciando di galera gli avversari, invocando in glorioso balbettio l’America First e Great nei muscoli dell’immaginazione populista, sempre con un lessico di settecento parole (Philip Roth), le conseguenze dell’impostura sono che la tua storia deve finire a ogni costo con lo sventolio di una bandiera simbolica potente: il negazionismo, la libertà dalla pandemia, fare finta che non ci siano i duecento e passa mila morti, che la storia del mondo da un anno non ruoti intorno alla potenza ultramicroscopica di un virus, ridurre il tutto a una caciara sanitaria per una banale influenza procurata per complotto da cinesi, esperti e pudibondi portatori di mascherine. Ecco a voi il cosiddetto presidente Trump (con tutto il corteggio di loschi imbecilli che nel mondo gli hanno retto il moccolo).
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE