L’Organizzazione mondiale della sanità ha parlato di “Covid fatigue”, la stanchezza da pandemia, un fattore che quando parlavamo di entrare e uscire dai lockdown come nuova normalità non avevamo considerato. La stanchezza riguarda i singoli, che sono in alcuni casi meno disciplinati, e riguarda ancor più i governi, centrali e locali, che a questo sentimento di solito associano anche numeri sull’economia con un meno davanti.
A Madrid i giudici hanno negato l’autorizzazione alle misure di restrizione anti Covid volute dal ministero della Salute spagnolo per la capitale e per nove cittadine limitrofe. Queste misure “impattano sui diritti e le libertà fondamentali” di 4,5 milioni di persone, ha stabilito il Tribunale regionale di Madrid e possono essere “dannose”. Secondo quanto richiesto dal ministero, i cittadini non possono lasciare la loro città se non per ragioni urgenti di lavoro, di scuola e sanitarie: le misure sono state introdotte per contrastare l’aumento del tasso di contagio, che supera i 700 casi per 100 mila abitanti, mentre nel resto della Spagna il tasso è di 300 ogni 100 mila abitanti, che è il più alto di tutta l’Unione europea. La decisione del tribunale spagnolo è stata determinata da un conflitto di competenze: i giudici dicono che il ministero della Salute non può imporre alcunché in materia sanitaria, che è una competenza di cui hanno responsabilità le regioni – a marzo il governo di Pedro Sánchez aveva dichiarato lo stato di emergenza e quindi aveva il potere di imporre il lockdown, ma dal 21 giugno lo stato di emergenza non c’è più e quindi le regioni rivendicano di nuovo la loro autonomia.
Lo scontro istituzionale non riguarda soltanto la Spagna. Nel Regno Unito si è registrato il picco più alto d’Europa con 14.542 nuovi casi in 24 ore (dato del 7 ottobre) e il Sistema sanitario nazionale ha pubblicato un documento che mostra quanto sia critica la situazione per gli ospedali e per i laboratori che analizzano i tamponi. Ma i sindaci di alcune regioni dove il contagio è aumentato più che altrove (nel nord dell’Inghilterra) si sono ribellati al governo: vogliamo discutere e decidere insieme le misure da adottare e soprattutto vogliamo i fondi per affrontare questi parziali e localizzati lockdown. “Non c’è modo che io accetti la chiusura di qualsivoglia attività senza che sia stabilito un piano di congedi dal lavoro a livello locale”, ha detto il laburista Andy Burnham, sindaco dell’area metropolitana di Manchester. Anche in questo caso, come in Spagna, c’è un conflitto tra governi locali e governo centrale ma lo scontro è ben più profondo.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha parlato di “Covid fatigue”, la stanchezza da pandemia, un fattore che quando parlavamo di entrare e uscire dai lockdown come nuova normalità non avevamo considerato. La stanchezza riguarda i singoli, che sono in alcuni casi meno disciplinati, e riguarda ancor più i governi, centrali e locali, che a questo sentimento di solito associano anche numeri sull’economia con un meno davanti. A marzo e aprile i governi si rivolgevano a tutti i cittadini, a tutte le loro nazioni: “State a casa” era un messaggio universale. Oggi invece che, come dice la cancelliera Angela Merkel, bisogna fare di tutto “per evitare un altro lockdown”, i governi devono rivolgersi soltanto ad alcuni interlocutori, ad alcune regioni ed è in questa distinzione – che molti hanno preso a chiamare “discriminazione” – che si sfilaccia l’unità politica, l’unità di intenti, e anche l’efficacia delle misure di restrizione. Nel Regno Unito non aiuta nemmeno il fatto che i sindaci abbiano saputo delle nuove misure restrittive da un articolo di giornale e non dal governo, ma il linguaggio è del tutto cambiato. C’è l’elemento della discriminazione e c’è anche quello della forzatura: ci obbligano a chiudere pub e ristoranti. Poi per cosa? Circola molto uno studio dell’Università di Edimburgo pubblicato mercoledì in cui si dice che i lockdown più severi “rimandano” i decessi “e impediscono che si formi l’immunità di gregge” portando nel lungo periodo “anche a un aumento totale delle morti”. E’ il senso della cosiddetta “dichiarazione di Barrington”, un appello che include ormai più di seimila esperti (medici, virologi, professori) e che ha dato nuovo slancio al movimento anti chiusure.
Per contrastare la stanchezza da Covid i governi devono trovare un antidoto al senso di discriminazione e di forzatura che ora sembrano sovrastare quello primario della sicurezza. Per la maggior parte di esperti e leader le misure restrittive selettive sono, assieme alla prevenzione di base (le mascherine), il modo migliore per evitare il lockdown totale.
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