Bruxelles. L’Unione europea che cerca di diventare una potenza geopolitica fa sempre più ricorso allo strumento delle sanzioni per punire comportamenti che ritiene inaccettabili, ma quando deve fare i conti con uomini forti, che hanno tra le mani gli interessi di grandi stati membri, non è ancora pronta a mostrare davvero i muscoli. E’ accaduto anche ieri alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue a Lussemburgo, che si sono ritrovati per l’ennesima volta a discutere di Bielorussia, Russia e Turchia. L’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha annunciato che Aljaksandr Lukashenka sarà aggiunto alla lista di personalità del regime in Bielorussia colpite da misure restrittive, malgrado il fatto che l’ultimo round di sanzioni fosse stato adottato appena dieci giorni fa. Borrell ha anche detto che c’è un accordo politico per imporre sanzioni mirate contro funzionari russi coinvolti nell’avvelenamento dell’oppositore Alexei Navalny. Ma le più ampie relazioni con Vladimir Putin non saranno rimesse in discussione, perché “non si può ridurre tutto il mondo a questo infelice evento dell’avvelenamento di Navalny”. E nel momento in cui la Turchia si lancia di nuovo contro la Grecia sfidando apertamente le richieste di una de-escalation lanciate dai 27 – Ankara ieri ha inviato un Navtex per annunciare che la nave da esplorazione Oruc Reis sarà nuovamente spedita al largo dell’isola greca di Kastellorizo – l’Ue si limita a ribadire i suoi appelli a “comportamenti positivi”.
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