Il Bilancio Ue in ostaggio della Polonia. Il Recovery Fund è sempre più a rischio
Varsavia ha di nuovo minacciato un veto su tutto il pacchetto di bilancio, se verrà introdotto un meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Oggi i negoziatori del Parlamento europeo hanno accusato la presidenza Ue di far “circolare informazione distorta”
Tra ricatti della Polonia sullo stato di diritto e il Parlamento europeo che chiede 39 miliardi in più, i negoziati sul pacchetto di bilancio dell'Ue sono ancora in stallo, con il rischio sempre più alto che il Recovery fund venga ritardato di alcuni mesi. Ieri il governo nazionalista di Varsavia è tornato a minacciare un veto su tutto il pacchetto di bilancio, se verrà introdotto un meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto, anche nella versione blanda proposta dalla presidenza tedesca dell'Ue. Oggi i negoziatori del Parlamento europeo hanno accusato la presidenza dell'Ue di far “circolare informazione distorta”, dopo che un tweet di un portavoce tedesco ha contestato i calcoli di una proposta di compromesso sul bilancio avanzata dai deputati. La riunione di questa mattina con l'ambasciatore tedesco Michael Clauss si è conclusa con un nulla di fatto. “Non ci sono progressi nei negoziati”, dice al Foglio una fonte del Parlamento europeo: “Il Consiglio rifiuta tutto ciò che proponiamo. La squadra negoziale si incontrerà venerdì dopo il Consiglio europeo su come andare avanti e forse concordare su altre date per le trattative, se ha senso”, spiega la fonte.
Sul fronte stato di diritto, i negoziati tra la presidenza tedesca e il Parlamento europeo stanno andando avanti. Le prime discussioni di lunedì sono andate meno peggio del previsto, anche se il meccanismo di condizionalità proposto dalla presidenza tedesca è una versione molto annacquata di quella che avevano chiesto in passato i deputati. I due più grandi gruppi – il Partito popolare europeo e i Socialisti & Democratici – sono pronti a fare compromesso sullo stato di diritto, pur di avere i soldi del Recovery fund subito. Ma l'ostacolo maggiore è rappresentato dalla Polonia, che non è pronta a accettare alcun compromesso. “Il cosiddetto meccanismo sullo stato di diritto resta un problema irrisolto”, ha detto il ministro polacco per gli Affari europei, Konrad Szymański, durante la riunione del Consiglio affari generali di ieri: "Non possiamo accettare la nuova bozza che è stata presentata dalla presidenza". Varsavia vuole garanzie che il meccanismo non potrà essere usato per tagliare i fondi europei alla Polonia. “E' importante per il Parlamento polacco prima della ratifica della decisione delle risorse proprie”, ha detto Szymański. Senza la ratifica da parte di tutti i parlamenti degli Stati membri della decisione sulle risorse proprie, il bilancio 2021-27 e il Recovery fund non possono partire.
DI fronte al doppio stallo, quale occasione migliore del Consiglio europeo di domani e venerdì per cercare di far smuovere i negoziati sul pacchetto di bilancio? “L'idea non è avere discussione su quadro finanziario pluriennale e questioni specifiche a questo Vertice”, spiegano fonti vicine al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. I negoziati tra la presidenza tedesca e il Parlamento sono in corso. “Non vediamo alcuna necessità per il Consiglio europeo di intervenire nel processo”, dicono le fonti. A luglio, nelle discussioni con Ursula von der Leyen e David Sassoli, Angela Merkel aveva indicato un calendario per far partire il Recovery fund a inizio 2021, in modo che i primi fondi potessero arrivare agli Stati membri tra maggio e giugno del prossimo anno: un accordo sul pacchetto di bilancio deve essere raggiunto entro la fine di ottobre, per completare il processo di ratifiche nazionali sulla decisione sulle risorse proprie entro la fine del 2020. Al Bundestag tedesco servono circa due mesi per la ratifica. Al Parlamento olandese qualche settimana in più. Se nelle prossime due settimane non si uscirà dalla guerra dei tweet, un ritardo del Recovery fund sarà inevitabile.
L'editoriale dell'elefantino