Decine di migliaia di persone hanno riempito le piazze francesi per ricordare il prof. decapitato. La sua morte sembra aver dato una vera scossa a tutto il paese e unito sinistra e destra sull’urgenza di lottare contro l’islamismo. La prima misura concreta: l'espulsione di 231 immigrati radicalizzati
Ieri pomeriggio, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Parigi e in altre città di Francia per ricordare Samuel Paty, l’insegnante di storia e geografia e padre di famiglia di 47 anni decapitato venerdì scorso da un islamista ceceno di diciotto anni, Abdoullakh Abouyezidovitch Anzorov. “Non ci fate paura. Non abbiamo paura. Non ci dividerete. Siamo la Francia!”, ha twittato il primo ministro Jean Castex, presente al raduno organizzato a Place de la République, la stessa piazza che l’11 gennaio 2015 fu teatro del sussulto nazionale della Francia laica dopo gli attentati di Charlie Hebdo e del supermercato kosher Hyper Cacher. Con Castex, il ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer, la sindaca parigina Anne Hidalgo e la presidente della regione Île-de-France Valérie Pecresse, la folla presente a Parigi ha scandito gli slogan “Je suis prof” e “No al totalitarismo di pensiero”, ha sventolato le caricature di Maometto, le stesse che Samuel Paty mostrava ai suoi ragazzi per spiegare la libertà d’espressione, e ha osservato un minuto di silenzio, seguito dalle note della Marsigliese.
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