L’Italia userà i prestiti del Recovery fund per potenziare lo stimolo fiscale destinato alla ripresa post-Covid? Oppure si sta indirizzando verso un trucco contabile che potrebbe andare contro le regole della Recovery and Resilience Facility? Il Documento programmatico di bilancio inviato dal ministero dell’Economia alla Commissione solleva una serie di interrogativi, facendo una chiara distinzione su come verranno utilizzati sovvenzioni e prestiti del Recovery fund. “Il quadro programmatico per il 2021-2023 ipotizza il completo utilizzo delle sovvenzioni previste dalla prima fase del Recovery plan europeo”, si legge nel documento. I 65,4 miliardi di euro di stanziamenti a fondo perduto destinati all’Italia (a cui ne vanno aggiunti 12 miliardi da altri tre programmi) verranno sparati quasi tutti subito: 10 miliardi nel 2021, 16 nel 2022 e 26 nel 2023. Ma per i 126,7 miliardi di prestiti, il ministero dell’Economia ha programmato uno scenario molto più prudente dal punto di vista dell’espansione fiscale. I tre quarti dei prestiti saranno utilizzati tra il 2024 e il 2026. Finanzieranno investimenti pubblici e privati, spese per la ricerca e altro: Ma i prestiti “non si tradurranno in un equivalente aumento dell’indebitamento netto in quanto potranno in parte sostituire programmi di spesa esistenti (anche corrente) e in parte essere compensati da misure di copertura”, si legge nel documento.
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