Il Foglio ha ascoltato l’audio in russo che il diciottenne ceceno Abdullah Anzorov ha registrato subito dopo l’infame decapitazione del professore Samuel Paty in mezzo a una strada di Conflans-Sainte-Honorine, vicino a Parigi. Anzorov annuncia “questo è il professore che ha mostrato le immagini del profeta Maometto in modo offensivo”, chiede ai fratelli “pregate perché io sia accettato come martire” e dice “sono in Francia e combatterò contro gli infedeli”. Chi fa circolare il messaggio sui social ha aggiunto in coda alle sue parole un inno ispirato dallo Stato islamico, che per la precisione fu inciso dai fratelli Clain, Jean-Michel e Fabien, due dei terroristi del gruppo più famosi in Francia entrambi morti in Siria l’anno scorso. Fabien è l’uomo che incise anche il messaggio di rivendicazione in francese per gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi. Ma ieri sera è uscito il bollettino settimanale dello Stato islamico e non si intesta l’attacco. Pur elogiando il macellaio ceceno – “preghiamo perché Dio ricompensi la sua azione” – l’organo dello Stato islamico lo definisce “un giovane musulmano” e quindi non rivendica alcuna appartenenza.
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