I due paesi si stavano avvicinando da tempo, senza darlo a vedere. Barak Ravid, giornalista di Axios, racconta la missione diplomatica di Gerusalemme a Manama iniziata undici anni fa
Ieri i media israeliani davano la notizia di un nuovo accordo formale firmato tra Israele e Bahrein, che questa volta riguarda i voli regolari tra i due paesi: ognuna delle due nazioni potrà effettuare fino a quattordici voli settimanali tra l’aeroporto Ben Gurion e l’aeroporto internazionale del Bahrein, i voli tra Manama ed Eilat saranno invece illimitati. E’ un passo avanti ulteriore rispetto alla normalizzazione delle relazioni tra i due stati, annunciata il mese scorso dal presidente americano Donald Trump. Questo cambiamento degli equilibri tra paesi arabi e Israele – i primi a decidere di normalizzare i propri rapporti con Gerusalemme sono stati gli Emirati Arabi Uniti ed era agosto – è frutto di un lungo lavoro, non soltanto da parte delle amministrazioni americane ma soprattutto tra le due nazioni. Lo sforzo andava avanti da diverso tempo: questo guardarsi, studiarsi, aspettare è rimasto segreto per almeno undici anni, come racconta la storia della “ambasciata segreta di Israele in Bahrein”.
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