Umanista, padre e “ussaro nero” della Repubblica. Samuel Paty, il martire laico dell’islamismo. Meritava il Premio Sakharov
Samuel Paty voleva approfittare delle vacanze di Ognissanti per trascorre un po’ di tempo con Gabriel, il figlio di cinque anni di cui aveva l’affidamento congiunto dopo la separazione. Quel bambino che adesso il governo francese ha nominato “figlio della Nazione”, alla stregua dei veterani e delle vittime di guerra, per sostenerlo nella crescita. Al Collège du Bois-d’Aulne, a Conflans-Sainte-Honorine, dove era arrivato quattro anni fa, Samuel Paty non era solo un professore di geografia e storia. Organizzava gran parte delle attività extrascolastiche. “Un eroe tranquillo”, ha detto di lui Emmanuel Macron rendendogli omaggio nella più prestigiosa università francese fondata nel XIII secolo da Robert de Sorbon, sotto le note della Marsigliese e di amici, colleghi e allievi di Paty che hanno letto i testi di Jean Jaurès e la poesia di Gauvain Sers in omaggio a Paty.
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