La battaglia che ha infuriato sul seggio lasciato vacante da Ruth Bader Ginsburg prova che l’unità di un popolo non è assicurata da leggi e sentenze, ma dal faticoso lavoro della politica. Che in questi anni è scomparsa
La morte del giudice della Corte suprema Ruth Bader Ginsburg, avvenuta lo scorso 18 settembre, ha suscitato ondate di panico nelle file del Partito democratico, mentre il presidente Trump e i repubblicani ne hanno tratto incoraggiamento. Quanti hanno sempre denunciato la deriva a sinistra della Corte nell’ultimo mezzo secolo – dalla sentenza Roe v. Wade del 1973, che ha legalizzato l’aborto, alla sentenza Obergefell v. Hodges del 2015 sul matrimonio omosessuale – hanno avuto un’occasione rara per contrattaccare. I democratici temono che le vittorie da loro riportate davanti alla Corte saranno sfidate e rovesciate.
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