Il presidente è “un’escrescenza orrenda” che ha deformato l’America, stroncato il pensiero conservatore e preso in ostaggio la nostra libertà di condividere, dissentire, essere scorretti o correttissimi. I nostri lividi e i nostri progetti per la rinascita, quando sarà
C’è una cosa che “non mi pare acquisita, anzi che non è acquisita per niente”, dice Giuliano Ferrara, distanziatissimo come pretende il nuovo codice dei rapporti della pandemia, ed è che “con la vittoria di Donald Trump non ha perso la sinistra, non ha perso il mondo liberal. La vera tragedia americana è che ha perso il pensiero conservatore”. Partiamo da qui, in questa nostra conversazione sulle elezioni americane di domani: dalla tragedia del trumpismo, dall’“escrescenza orrenda” che ha deformato l’America, dall’“outsider della destra imbizzarrita” che ha messo sotto sequestro la nostra libertà di dissentire o di condividere, di essere scorretti o correttissimi senza finire in una rissa, soprattutto la nostra libertà di criticare quel gran pezzo di mondo al di là dell’Atlantico senza smettere di amarlo. Ci siamo raccontati il nostro sequestro, come lo abbiamo vissuto, quali lividi si sono riassorbiti e quali invece ancora non si possono sfiorare, siamo arrivati fin sulla cima della Statua della libertà per vedere quanto è ammaccata (un pochino, ma non per sempre), e siamo ridiscesi pensando a quali e quante saranno le nostre idee quando il sequestro del pensiero liberale finirà, e a come sarà il nostro amore per l’America quando non saremo più in ostaggio di Trump.
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