Chiese, sinagoghe, università, scuole, giornali, parlamenti. Quello che i nemici dell’islamismo fanno fatica ad ammettere fino in fondo è che la lunga sequenza di attentati islamisti osservata negli ultimi tempi in Europa è come se stesse lì a indicare una sorta di collezione perfetta delle nostre libertà
"Non lasciar sulla terra, dei Negatori vivo nessuno”. Se si ha il coraggio di riavvolgere il nastro e di osservare con attenzione il tragico film dell’Europa assediata nuovamente dal terrorismo non si potrà fare a meno di notare che nelle azioni portate avanti dai nuovi soldati del jihadismo islamista vi è un filo conduttore preciso che accomuna molti istanti di terrore con cui negli ultimi anni ha dovuto fare i conti il nostro continente: l’assedio alle nostre libertà. I nemici dell’islamismo radicale tendono a trasformare periodicamente ogni azione terroristica nella dimostrazione plastica di una qualche teoria laterale che ha a che fare più con le proprie tesi politiche che con la radice più profonda della violenza islamista. E così capita di continuo di sentire molti osservatori sostenere che dietro a ogni attentato non vi sia un problema legato all’ideologia ma vi sia prima di ogni altra cosa un problema legato a un qualche tema differente. E’ tutta colpa dei ghetti, dice la sinistra scema. E’ tutta colpa dell’immigrazione, dice la destra cretina. Quello che i nemici dell’islamismo fanno però fatica ad ammettere fino in fondo è che la lunga sequenza di attentati islamisti osservata negli ultimi tempi in Europa è come se stesse lì a indicare una sorta di collezione perfetta delle nostre libertà.
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