Comunque vada a finire, è stata una catastrofe culturale e spirituale da cui sarà difficile riprendersi anche qui, in questo continente alle prese con la mostruosità del nuovo
Sarò un emotivo, ma non mi accontento di così poco. C’è ancora una speranziella che il voto postale dia a Biden la presidenza degli Stati Uniti. Ma Trump ha schiantato tutti noi che lo consideriamo una orrenda escrescenza della storia americana e mondiale. Ha preso più voti che nel 2016 con la stessa agilità con cui aveva preso il Covid e ne era uscito come Superman, ci ha convinto praticamente che la pandemia è una burla e noi, i suoi avversari, siamo gente triste che vuole scippargli l’elezione e bloccare l’economia di successo, che il dottor Fauci è una benevola macchietta, che l’America è tornata grande e deve rimanerlo con lui e i suoi per chissà quanti anni ancora, che non contano il suo infantilismo e narcisismo razzista, violento, la sua irrisione beffarda del costume costituzionale, delle buone maniere, del rispetto dignitoso per gli altri, della stampa nemica del popolo, della satira fatta da vermi e impostori, e che il disprezzo degli intellettuali e dei dotti per il suo popolo bue è grottesco visto che sono in gioco i suoi valori, i valori di una maggioranza silenziosa che ora parla e straparla a nome dell’esperimento americano.
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