Ci sono almeno due scuole di pensiero a proposito di quello che succederà adesso al partito repubblicano, che durante il mandato di Donald Trump ha perso la sua identità ed è diventato un contenitore vuoto al servizio del presidente. La prima – qui si fa un riassunto brutale – dice che a partire dal 20 gennaio Trump diventerà un disoccupato con un account Twitter, come dice Gregg Carlstrom dell’Economist. Senza la carica di presidente degli Stati Uniti, senza i fondi del Partito per pagare l’imponente macchina organizzativa dei comizi e con una serie di problemi legali e fiscali da fronteggiare – ci sono inchieste in corso e lui non potrà più opporre privilegi presidenziali – e tenuto sotto osservazione dai social media, che non gli permetteranno più le sparate di un tempo, Trump potrebbe rischiare di perdere visibilità e influenza. Qualcuno si ricorda di Milo Yiannopoulos, voce sulfurea e provocatore celebre della destra alternativa, che però fu buttato fuori dai social media per colpa dei suoi eccessi ed è tornato nell’anonimato? La risposta è quasi nessuno. Quello fu un caso di deplatforming da manuale, quando togli il megafono a qualcuno è possibile che scompaia.
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