Dopo una campagna elettorale tra un uomo di settantasette anni e uno di settantaquattro, una delle cose di Emmanuel Macron che più affascina William Drozdiak è la sua età. “Rappresenta in modo brillante una nuova generazione politica, negli Stati Uniti la stiamo ancora cercando e vedere da qui l’arrivo di un leader che aveva meno di quarant’anni diventare presidente con delle idee forti e molto chiare mi ha incuriosito subito. Sa, mentre parliamo Joe Biden sta conquistando un vantaggio importante su Donald Trump e quindi diventerà il presidente più vecchio della nostra storia”. Drozdiak è stato per molti anni corrispondente dall’Europa per il Washington Post, oggi è senior fellow presso il Brookings Institute, e il suo ultimo libro si intitola “The last president of Europe”. Questo ultimo presidente dell’Europa è Emmanuel Macron. “Quando si è candidato ho visto in lui una visione innovativa e un progetto concreto per la Francia e per il mondo: volevo esplorare quelle idee”. L’arrivo di Macron, dice Drozdiak al Foglio, con la sua forza e i suoi progetti era sembrato un evento da seguire da vicino. “Attraverso degli amici in comune sono riuscito a mettermi in contatto con lui, e il libro è una conversazione. Di lui poi mi affascinava anche non si fosse mai candidato per nessuna altra carica: ha iniziato dalla presidenza”. La cronaca del suo mandato è un viaggio sulle montagne russe, si va su e giù, dice Drozdiak: “Macron è caduto spesso, ma ha il pregio dell’ambizione e anche dell’ostinazione. Con Angela Merkel, per esempio. Lui era convinto che fosse necessario rilanciare l’Ue e darle un posto più rilevante nel mondo, la cancelliera ha fatto fatica ad accogliere i suggerimenti e le richieste del presidente francese, alla fine ha capito”. Il loro rapporto è stato altalenante, si è però risanato nel momento in cui l’Unione europea ne aveva più bisogno. Per Drozdiak la differenza è prima di tutto caratteriale, l’irruenza di lui e pacatezza di lei, ma c’è anche un modo diverso di pensare all’Ue. E queste divergenze potrebbero tornare a farsi sentire ora che alla Casa Bianca arriverà Biden. Alcuni europei, soprattutto i tedeschi, sono convinti che è necessario ristabilire la vecchia unione transatlantica. Non la pensa così Macron: i francesi sono tra i sognatori che credono che la strada intrapresa dall’Ue verso una maggior autonomia strategica non può essere invertita per l’arrivo di un presidente diverso da Donald Trump. “Macron ha ragione, Biden non sanerà le relazioni transatlantiche, l’America crede che l’Ue sia ormai grande abbastanza, forte abbastanza e anche abbastanza ricca da pensare da sola alla propria sicurezza. Vuole una relazione paritaria, perché crede che l’Ue possa farcela e anzi, possa aiutare l’America su altri scenari. Quindi, l’idea che l’Unione debba prendersi le sue responsabilità, non svanirà con Biden. Gli europei devono continuare il percorso che hanno iniziato in questi ultimi anni”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE