Un lato di Trump è sinistro, l’altro grottesco. Minaccia sfracelli per la perdita della Casa Bianca, eccita lo scontento e suggerisce la possibilità di violenze, demolisce per quanto riguarda lui e i suoi la credibilità del sistema su cui ha regnato per quattro anni, che gli diede la vittoria risicata del 2016, un sistema complicato e spesso astruso ma trasparente, sorvegliato da amministratori imparziali e da giudici che gli daranno presumibilmente molte delusioni. Il lato grottesco è che si comporta come un bambino che vuole portarsi via il pallone, svela il carattere minoritario delle avanguardie del suo cosiddetto movimento, perde tra i lamenti il sostegno dei traditori, quel che sopravvive di un fievole e codardo establishment repubblicano. Rischia per gola, per attaccamento a un potere egocentrico, di non tesaurizzare la sua ottima performance di presidente in carica non sommerso da una plateale sconfessione nonostante la sua maligna eccentricità, il suo malgoverno dell’epidemia, i suoi modi abusivi mentitori e padronali.
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