"Reato di islam politico”. E’ l’annuncio di ieri del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, “per poter procedere contro coloro che non sono terroristi, ma che creano loro il terreno fertile”. La legislazione allo studio a Vienna dopo l’attentato dello scorso 2 novembre prevede “un’estensione delle possibilità di poter chiudere luoghi di culto”, un registro degli imam, l’inasprimento delle leggi sulle associazioni e i simboli e il prosciugamento dei “flussi finanziari a sostegno del terrorismo”. La politica annunciata dal cancelliere Kurz fa il paio con quella del presidente francese Emmanuel Macron dopo l’assassinio di Samuel Paty e, già prima, nelle sue misure contro il “separatismo islamista”: chiusura di moschee salafite, blocco dei fondi stranieri, imam francesi e non nominati dai regimi, messa al bando di pratiche comunitariste come i certificati di verginità e la poligamia. Due giorni fa, in un summit digitale con austriaci, olandesi, tedeschi e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Macron aveva chiesto un salto di qualità europeo nella lotta al terrorismo.
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