Direttore della rivista Foreign Policy dal 1996 al 2010 dopo essere stato ministro in Venezuela e in seguito regista e presentatore di un programma tv che si chiama Efecto Naím e che è visto in tutta l’America Latina, premio Ortega y Gasset, considerato tra i 100 pensatori più influenti al mondo, Moisés Naím è un personaggio perfettamente a cavallo tra mondo anglofono e mondo ispanofono, ma come radici familiari è un ebreo libico italianizzato, e parla un eccellente italiano. Riprendendo uno spot fatto dai democratici nel 2016, Naím aveva definito Trump “la cosa più simile a Chávez che potesse essere prodotta dagli Stati Uniti”. “Assolutamente”. Ci ribadisce ora. “Un personaggio caratterizzato dalla trasgressione e dal disprezzo per lo stato di diritto, le regole e le norme della democrazia. Dall’attacco feroce e assoluto contro tutti i pesi e contrappesi. Dagli attacchi alla stampa. Dalla militarizzazione”. Rileggiamo allora in controluce il modo in cui Maduro reagì alla sconfitta alle politiche del 2015. Prima nominò in modo irregolare un nuovo Tribunale Supremo di Giustizia, poi denunciò brogli, poi fece annullare i quattro seggi dell’Amazzonia, e infine approfittò della protesta dell’Assemblea nazionale per farla dichiarare “in disobbedienza” e toglierle i poteri. Che ha fatto ora Trump? Prima una nomina contestata alla Corte Suprema. Poi ha denunciato brogli. Poi ha fatto intervenire l’Attorney General, William Barr. Adesso sta cercando di far annullare risultati in vari stati.
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