Il presidente uscente bara nel gioco come nelle elezioni, mentre il prossimo inquilino della Casa Bianca è un buon giocatore, prudente
La notizia buona è che avrà più tempo libero, quella cattiva è che potrà giocare di più a golf. Per la verità non è che da presidente Donald Trump si sia trattenuto da una eccessiva frequentazione dei (prevalentemente suoi) campi. Come è noto è andato a fare qualche buca anche il giorno successivo alla certezza della vittoria di Joe Biden. Il modo in cui conta i colpi a golf, dove si vince con numeri inferiori a quelli dei rivali, è notoriamente slegato dalle regole del gioco e soprattutto da quelle del banale calcolo aritmetico basato su semplici somme di numeri interi, perché lui tende, diciamo, a sottovalutare i colpi tirati (a un certo punto parte il suo STOP THE COUNT e chi s’è visto s’è visto) e a dimenticarne una buona quantità. Un recount globale di tutti i risultati che Trump ha vantato per sé sui campi da golf negli ultimi anni darebbe luogo a una vistosa rivalutazione in peggio del suo gioco e conseguentemente dell’handicap da giocatore di buon livello (l’handicap è il numero che rappresenta la qualità di un giocatore e che dipende dalla media dei suoi risultati, più basso è meglio è e Trump vanta un 2,8 che non è realisticamente credibile visti il suo gioco e la sua età neppure dopo essere stati drogati per un’intervista Rai o per un’ospitata da Giletti).
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