Ancora due mesi per aprire crisi di politica estera. Via di colpo dall'Afghanistan, via dall'Iraq, via da ovunque (tranne che dalla Casa Bianca)
Il presidente americano, Donald Trump, prepara una trappola per il suo successore Joe Biden. Secondo la bozza di un ordine che circolava già lunedì al Pentagono, sta per ordinare un ritiro massiccio dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Somalia. Se Trump impartisse davvero quell’ordine metterebbe Biden in una posizione difficile. Perché a partire dall’insediamento, il 20 gennaio, gli scenari possibili sarebbero soltanto due. Se la nuova Amministrazione accetterà di tenere il numero dei soldati così basso, anche se i comandanti sul campo lo sconsigliano, allora si dovrà anche prendere la responsabilità delle possibili crisi che verranno. Se invece decide di aumentare di nuovo i soldati per avere un margine di sicurezza, allora Biden diventerà “il presidente che ci riporta in guerra”. Sembra già di sentire le dichiarazioni degli avversari politici, che si scriverebbero da sole: Trump era il presidente che finiva le guerre, i democratici le fanno ricominciare. Il contingente attuale è di circa cinquemila uomini, che non combattono ma appoggiano con la loro presenza il governo di Kabul. Potrebbero diventare entro pochi giorni la metà. C’è anche la possibilità che tutto vada per il meglio ma considerati i precedenti fare affidamento sulla speranza di tempi migliori non è mai un buon piano in politica estera.
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