Mercoledì 11 novembre lo Stato islamico attacca con una granata i diplomatici stranieri che partecipano a una cerimonia nel cimitero dei non musulmani a Gedda, in Arabia Saudita. C’è anche il console generale italiano Stefano Stucci. La Farnesina scrive subito in un comunicato che “sta bene”, i giornali riportano che è “illeso”. Non è andata proprio così. I medici gli devono mettere nove punti a una gamba per due ferite da schegge, secondo informazioni del Foglio. Anche lui è tra le persone, almeno una decina, colpite durante la commemorazione che era stata organizzata dal console francese e che quindi era un incontro ad alto rischio. Appena due settimane prima – il 29 ottobre, nello stesso giorno dell’attacco della basilica di Nizza in Francia – un uomo aveva tentato di accoltellare la guardia all’ingresso del consolato francese a Gedda. Due attacchi in pochi giorni nella stessa città. Il cimitero non era aperto al pubblico, il servizio di sicurezza saudita che avrebbe dovuto proteggere la cerimonia ha fallito in qualche modo anche se era chiaro che c’era da stare all’erta. Un greco è stato ferito in modo grave. Il giorno dopo lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco: “I nostri combattenti hanno fatto detonare una bomba contro i diplomatici europei che partecipavano a una commemorazione organizzata dalla Francia e hanno ferito diversi di loro ”.
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