Ricorre oggi il centenario della rappresaglia dei militari inglesi che aprirono il fuoco sul pubblico del Croke Park, a Dublino: fu la prima delle domeniche di sangue di cui è segnata la storia dei rapporti tra l'isola e l'Inghilterra
Sono passati cento anni, ma gli irlandesi non hanno dimenticato. È il 21 novembre 1920 quando l’esercito britannico apre il fuoco sui tifosi accorsi al Croke Park di Dublino per assistere ad un incontro di calcio gaelico tra la contea dei padroni di casa e quella di Tipperary. I militari sparano sui civili per rappresaglia, dopo che la mattina una brigata dell’Ira (l’Irish Republican Army) condotta da Michael Collins ha ucciso quattordici agenti segreti infiltrati nell’organizzazione nata per la liberazione delle sei contee occupate nell’isola dagli inglesi. Dodici spettatori muoiono per colpi d’arma da fuoco, altri due schiacciati dalla folla in preda al panico. A terra, senza vita, rimane anche il capitano della squadra ospite, Michael Hogan, al quale oggi è dedicata la tribuna principale dello stadio.
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