Yannick Jadot crede molto al suo destino presidenziale. Fino a due anni fa, a sinistra, i sogni di Eliseo del leader degli ecologisti francese suscitavano molte risatine. Poi sono arrivate le elezioni europee del 2019 e il capolista di Europe écologie les Verts (Eelv) ha ottenuto uno storico 13,48 per cento. Dodici mesi dopo, la vague verte si è abbattuta anche sulle comunali, con la conquista delle principali metropoli francesi: Lione, Marsiglia, Strasburgo, Bordeaux. “E a Parigi, Anne Hidalgo non ha vinto da socialista, ma da ecologista”, dice al Foglio Yannick Jadot. Secondo l’eurodeputato, a sinistra “c’è una ricostruzione politica attorno al progetto di ecologia sociale e repubblicana portato avanti da Eelv. Da questo progetto, dobbiamo far emergere una candidatura di rassemblement”. Il cammino verso l’unione degli ecologisti, sottolinea Jadot, “deve trovare uno sbocco già in occasione delle elezioni regionali del prossimo anno. Le forze politiche che hanno una sensibilità verde e sociale devono evitare il più possibile le divisioni. Eelv ha sofferto molto, a livello di immagine, a causa delle guerre intestine. Ora è tornato un clima di fiducia, e credo di aver contribuito a questa situazione avvicinando la società francese alle tematiche ecologiche. Dobbiamo lasciarci alle spalle l’epoca delle petites phrases e degli scontri di ego”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE