Il timore di Italia, Spagna, Grecia e Malta è che venga imposta loro la creazione di grandi campi come quelli sulle isole greche dove tenere migranti che poi non possono essere rimpatriati
Il nuovo Patto su migrazione e asilo dell'Unione europea è troppo "dettagliato e rigido in termini di responsabilità dei paesi di primo ingresso", mentre "il meccanismo di solidarietà rimane complesso e vago" invece di introdurre un sistema di "ricollocamento obbligatorio" dei richiedenti asilo. È questa una delle principali critiche avanzate da Italia, Spagna, Grecia e Malta alla proposta presentata dalla Commissione per superare lo stallo sulle politiche migratorie nell'Ue e la riforma di Dublino, che attualmente è in discussione tra gli stati membri. I quattro i del Mediterraneo hanno inviato agli altri stati membri un "non paper" - di cui il Foglio è entrato in possesso - con i loro commenti al Patto su migrazione e asilo in vista della discussione al Consiglio Affari interni di dicembre. I quattro premier hanno allegato il documento anche a una lettera indirizzata a Charles Michel, Usrula Von der leyen e Angela Merkel. Malgrado la disponibilità a continuare i negoziati, il "non paper" appare come una bocciatura della riforma proposta dalla Commissione. I quattro paesi contestano uno degli elementi centrali del Patto, che dovrebbe servire a limitare i flussi, controllare la frontiera esterna e bloccare i movimenti secondari: la cosiddetta "procedura di frontiera" proposta dalla Commissione è una "fictio juris" che i quattro paesi considerano "irrealistica" e che "non funzionerà".
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