“Abbiamo un giudice!”. Nel mondo semplificato del populismo, dove tutto è chiaro e lineare, dove ci sono il bianco e il nero, i buoni e i cattivi e la catena del potere risponde con celerità agli istinti e alle volontà della maggioranza del momento, alla nomina dei giudici da parte di una determinata Amministrazione dovrebbero seguire immediate e certe conseguenze giuridiche. L’apparato del potere giudiziario non dovrebbe essere nient’altro che la cinghia di trasmissione del potere politico. Sono le caratteristiche del mimetismo e del parassitismo tipiche dell’approccio politico del populismo al fenomeno giuridico: piegare le norme ad un’idea di democrazia che usa come leva il solo principio maggioritario.
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