“Mi sento come se avessi interrotto una relazione molesta”. La voce di Suzanne Moore si fa largo tra le tonsille infiammate – grazie al cielo non è Covid, annuncia felice – e con la considerevole energia di cui è comunque capace racconta queste ultime giornate tra febbre alta e quell’impagabile “senso di liberazione” da porta sbattuta. E che porta: con enorme clamore, la columnist superstar se n’è andata dal Guardian, giornale talmente liberal che ormai a suo avviso non ci si può più scrivere sopra nulla, per iniziare nuove misteriose avventure sulla carta stampata, il più possibile fuori dalla sfera dei social.
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