Quando Emmanuel Macron aveva detto, ponderando bene il tono provocatorio della frase, che la Nato era “in stato di morte cerebrale”, il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, si era affrettato a contraddirlo. Aveva detto che ci sono problemi, ma che la Nato è agile e sa cambiare, che non esiste nessun’altra alleanza così forte e organizzata, che ci sono dei disaccordi, ma ci sono sempre stati. Poi, intuendo quello che Macron aveva in mente – cogliere l’opportunità del mondo messo sottosopra dal trumpismo per accelerare lo sviluppo dell’autonomia strategica europea – Stoltenberg aveva ricordato: “L’unità europea non può rimpiazzare l’unità transatlantica”. Ma le parole del presidente francese gli devono essere rimaste in testa, tanto da chiedere un rapporto che fosse in grado di delineare gli obiettivi futuri dell’alleanza.
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