In Sassonia-Anhalt il governatore Reiner Haseloff ha licenziato il ministro dell’Interno, Holger Stahlknecht. La notizia sembrerebbe di respiro solo tedesco se non fosse che Haseloff guida il Land orientale per i colori della Cdu, che il ministro silurato è il leader regionale dello stesso partito, che la questione fra i due è strettamente politica e, come ha notato la Welt, “che una decisione del genere non si ricorda nella storia della Repubblica federale”. Di quale colpa si è macchiato Stahlknecht? L’ormai ex ministro ha violato un tabù vecchio quanto la Germania post bellica facendo l’occhiolino al partito che nel Parlamento di Magdeburgo siede a destra della Cdu: i sovranisti di AfD. Stahlknecht condivide la loro opinione: aumentare il canone radiotelevisivo di 86 centesimi di euro al mese è sbagliato, meglio sarebbe invitare la radio-tv pubblica a fare più economia e a raccontare ai tedeschi con più attenzione quello che succede nei Länder orientali. La posizione di Stahlknecht è ampiamente controcorrente e anche un po’ oziosa: l’aumento del canone da 17,50 a 18,36 euro mensili è stato concordato lo scorso giugno dai 16 primi ministri di tutti i Länder. Moltiplicati per decine di milioni di abbonati e per dodici mesi l’anno, gli 86 centesimi dovrebbero fruttare 1,5 miliardi in quattro anni alle diverse Rai tedesche – peraltro prive di pubblicità.
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