Già al momento dei sorteggi dei gironi di Champions League era chiaro che quella fra Paris Saint-Germain e Basaksehir non sarebbe stata una partita come le altre. Tanto era nutrito il catalogo delle provocazioni reciproche accumulate nell’ultimo anno da Parigi e Ankara – Mediterraneo, risorse energetiche, Libia, estremismo islamico, vignette di Maometto – che oggi, a cose fatte, viene da chiedersi chi avrebbe potuto mai escludere un epilogo simile a quello andato in scena martedì sera al Parco dei Principi. Fra i mille pretesti che lasciavano prefigurare il patatrac, però, l’insulto razzista sembrava il meno quotato. Ma tant’è, ed ecco che ben altre storie, più grandi di una partita di calcio, hanno finito con l’intrecciarsi grottescamente con le parole – semplicemente sbagliate, perché irrispettose – pronunciate a bordo campo nei confronti di un giocatore di colore del Basaksehir, il camerunense Pierre Webo.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE