A questo punto, quando ormai mancano soltanto alcune settimane all’inizio della vaccinazione di massa in Italia, è inevitabile chiedersi se arriverà un patentino d’immunità per dividere la popolazione in due grandi insiemi: chi ha fatto il vaccino (è un insieme che nel corso dei mesi dovrebbe tendere a crescere) e chi non lo ha ancora fatto oppure non lo vuole fare (e questo dovrebbe essere un insieme che tende verso lo zero anche se sappiamo che non lo farà). Non è un’idea bizzarra. Il capo della compagnia aerea australiana Qantas, Alan Joyce, ha detto che ai passeggeri dei voli internazionali sarà richiesta la prova di essere vaccinati contro il Sars-Cov-2. Il governo australiano ha annunciato che la prova del vaccino potrebbe diventare un requisito per ottenere un visto d’ingresso. Ieri a Fiumicino è atterrato il primo volo cosiddetto “Covid free” da New York con circa cento passeggeri a bordo e tutti come condizione avevano accettato di sottoporsi a un tampone prima di imbarcarsi. Se fossero risultati positivi avrebbero dovuto rinunciare al volo. Dal tampone obbligatorio prima del volo a un (per ora ipotetico) patentino d’immunità acquisito grazie al vaccino il passo in effetti potrebbe essere breve. E perché una persona vaccinata nei prossimi mesi non dovrebbe essere libera di muoversi da una regione all’altra – se si può muovere da New York a Roma?
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