Ungheria e Polonia ci ripensano, forse lo stallo è superato sul bilancio, ma il vertice di oggi non sarà senza dibattiti
L’offerta di una “dichiarazione interpretativa” sullo stato di diritto è bastata a piegare il veto di Ungheria e Polonia al pacchetto di bilancio dell’Unione europea, anche se un’intesa per far partire il Recovery fund è ancora appesa al via libera dei Paesi Bassi e altri paesi che potrebbero contestare una piccola concessione fatta a Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki. Le solide convinzioni dei premier di Budapest e Varsavia si stanno sgretolando, dopo che la Commissione e la presidenza tedesca dell’Ue hanno minacciato di lanciare un Recovery fund a 25 e l’esercizio provvisorio. Di fronte alla prospettiva di perdere 7,5 e 27 miliardi e di subire un taglio dei pagamenti della politica della coesione, Orbán e Morawiecki hanno accettato il compromesso che era sul tavolo da giorni: una dichiarazione interpretativa del Consiglio europeo sul meccanismo di condizionalità per chiarire quello che era già stato scritto nel regolamento concordato con il Parlamento europeo.
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