Arriva la Brexit, meglio fare la spesa. Potremmo riassumere così quello che potrebbe succedere tra un paio di settimane nel Regno Unito, se sarà davvero no deal. La corsa alle provviste che in parte sta già succedendo, in parte potrebbe succedere da qui alla fine dell’anno, dipende dal fatto che circa il 30 per cento di tutto il cibo consumato nel Regno Unito arriva dall’Ue e che, nel caso di alcuni i alimenti, come gli spinaci e le olive, l’Ue è l’unico fornitore del Regno Unito. Anche per quelli di cui non è il solo fornitore, l’Ue fa comunque la parte del leone: l’85 per cento per cento dei pomodori, per esempio, o il 90 per cento della lattuga. Nel caso non si arrivasse a un accordo di scambio con l’Ue, questi prodotti o (cosa improbabile) scompariranno del tutto dagli scaffali inglesi o costeranno sensibilmente di più. Il che, per certe tasche, è un po’ la stessa cosa.
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