Siamo nel mezzo di una crisi di sicurezza di gravità enorme da una settimana a questa parte e non ce ne siamo ancora resi conto, forse perché i titoli dei giornali americani che ne parlano usano parole come hacking e cyber e c’è ancora poca sensibilità su questi temi. La notizia che ha aperto la crisi è arrivata lunedì. Un’intelligence straniera che secondo tutti gli esperti nel settore è russa è riuscita qualche mese fa a infilare un software maligno dentro un software perfettamente legittimo venduto dall’azienda americana SolarWinds e almeno diciottomila clienti hanno scaricato l’aggiornamento del programma che conteneva il codice-trappola (è il numero di clienti compromessi, che però è superiore al numero di clienti effettivamente colpiti perché gli intrusi sfruttano soltanto i bersagli che scelgono loro). Il problema è che la SolarWinds vende un programma per gestire reti complesse di computer, non è un videogioco. Quindi fra i clienti ci sono anche moltissime agenzie del governo americano. Il Pentagono. Il Commercio. Il Tesoro. Il Centro per la prevenzione delle malattie che si occupa dell’emergenza Covid. Il dipartimento della Homeland Security che si occupa della sicurezza dentro i confini nazionali. L’Fbi. La Energy Department and National Nuclear Security Administration che si occupa dell’arsenale nucleare degli Stati Uniti. Ci sono anche clienti privati, come la redazione del New York Times, che è una delle piattaforme media più importanti del pianeta.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE