L’ambasciatore tedesco presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Christoph Heusgen, è arrivato a fine mandato – il suo, dopo 40 anni di carriera, e quello della Germania come membro non permanente del Consiglio dopo due anni – e ha salutato i suoi colleghi con un discorso breve e preciso che ha scatenato reazioni invero scomposte di Russia e Cina. Heusgen, sessantacinquenne appassionato di calcio e di maratone, è considerato il principale consigliere di Angela Merkel per quel che riguarda la politica estera e la sicurezza. In questi due ultimi anni ha interpretato il pensiero merkeliano nel modo più appropriato possibile: toni bassi ma decisi, e infatti russi e cinesi hanno fatto di tutto per ostentare il loro sollievo nel momento della partenza dell’ambasciatore tedesco. Prima del discorso di saluto, il collega russo al Consiglio, Dmitri Polyanskiy, aveva mandato una nota a Heusgen in cui, salutandolo, sostanzialmente diceva: non ci mancherai né ci mancherà il pregiudizio russofobo che hai portato dentro a questo consesso. Heusgen ha risposto nel suo discorso, calmo, il sorriso lieve, un misto di ironia e di tristezza, ché il disprezzo per la verità in certe parti del mondo diventa morte, violenza, fame, disperazione. “Non ci lasceremo scoraggiare dal disprezzo verso chi dice la verità. Al contrario: continueremo a combattere per il rispetto della legge internazionale, in medio oriente, in Ucraina, nel mare cinese meridionale. Difenderemo la legge internazionale e i diritti umani in Siria, in Yemen, in Libia, manterremo l’impegno di migliorare il futuro degli yazidi, degli uiguri, dei rohingya e di sostenere chi lavora nell’aiuto umanitario, come i White Helmets. A proposito: lo scorso mercoledì, il rappresentante della Russia ha liquidato come un falsità la storia da Pulitzer sulle bombe russe sugli ospedali di Idlib, in Siria, e ci ha invece segnalato una storia dello Spiegel su un membro dei White Helmets. Ecco, visto che il mio collega russo ha una buona opinione dello Spiegel, gli chiedo di prenderlo di nuovo in mano e di leggere per interno la storia sul tentativo dei servizi segreti russi di avvelenare Alexei Navalny”.
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