Dopo l'istruttoria dell'antitrust Ue, sindaco, presidente della regione e vertice del dipartimento sono contrari all'arrivo di Fincantieri, anche perché temono lo spauracchio cinese. Ma forse è meglio così
A Saint-Nazaire, comune della Loira Atlantica dove hanno sede i cantieri navali più importanti di Francia, i Chantiers de l’Atlantique, non vogliono les italiens. Non li vuole David Samzun, sindaco socialista di Saint-Nazaire, non li vuole Christelle Morançais, presidente gollista della Regione Paesi della Loira, e non li vuole nemmeno Philippe Grosvalet, al vertice del dipartimento della Loira Atlantica. “Abbandoniamo la vendita dei Chantiers de l’Atlantique a Fincantieri!”, hanno scritto su Les Echos i tre rappresentanti politici locali, profondamente contrari all’arrivo del colosso di Trieste guidato da Giuseppe Bono. Il passaggio dei Chantiers sotto bandiera italiana sulla base dell’accordo firmato a Lione nel 2017 quando a Palazzo Chigi c’era ancora Paolo Gentiloni (a Fincantieri il 50 per cento più un uno aggiuntivo in prestito dallo stato francese) doveva essere finalizzato entro il 31 dicembre 2020. Ma dopo la fastidiosa istruttoria dell’Antitrust Ue sollecitata da Parigi e Berlino e la grande ostilità verso Fincantieri dei sindacati, dei dipendenti e di tutti gli attori economici e politici locali che ruotano attorno ai Chantiers, il naufragio della fusione sembra ormai certo. “Riteniamo di aver fatto tutto il possibile. Da parte nostra non è possibile far di più”, ha dichiarato un portavoce di Fincantieri all’Afp.
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