La Turchia ha bisogno di fare molti debiti per sopravvivere e ha bisogno di attrarre investitori esteri. Ma se e quando ciò potrà tornare ad essere possibile dipenderà dalla fiducia che Ankara saprà garantire, dalla sua politica interna e da quella estera
L’economia turca soffre di una grave crisi di fiducia da parte dei mercati e degli investitori stranieri. La Turchia è a corto di liquidità. Dal 1° gennaio 2020, lo stato ha speso 130 miliardi di dollari per cercare di mantenere il valore della lira sotto i 7 punti rispetto al biglietto verde, ma senza successo. Il governo del presidente Erdogan è stato costretto ancora una volta a fare affidamento sugli investimenti del Qatar, il suo più stretto alleato. In soli cinque anni, Doha è arrivato a rappresentare il 15 per cento di tutti gli investimenti esteri diretti in Turchia, secondo solo agli investitori olandesi profondamente radicati da tempo. Questi nuovi investimenti arrivano mentre l’economia turca soffre di una crisi valutaria senza precedenti da quando l’AKP è al governo del paese. La lira turca infatti quest'anno ha perso quasi il 40 per cento del suo valore a causa dell'esaurimento delle riserve in valuta estera e delle politiche monetarie non ortodosse.
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