La grazia a Snowden, se arriva, non è un ripensamento, è un’altra vendetta del presidente uscente
Non c’è da illudersi sui motivi per i quali il presidente americano uscente, Donald Trump, considera di concedere la grazia a Edward Snowden, il contractor dei servizi segreti americani che nel 2013 trafugò una mole enorme di dati per consegnarla ai media e poi si rifugiò in Russia. Molti considerano Snowden un eroe della trasparenza, ma Trump accarezza l’idea di perdonarlo e di concedergli così di rientrare negli Stati Uniti soltanto per vandalismo politico. Il presidente uscente detesta le agenzie di intelligence americane – le considera parte del suo nemico immaginario, il Deep State – e odia anche l’ala istituzionale del Partito repubblicano. Graziare Snowden farebbe arrabbiare molto entrambi, la comunità di intelligence e i repubblicani.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE