Roma. All’inizio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 in Israele, il timore principale era che il governo si sarebbe dovuto impegnare a convincere gli scettici, che aveva immaginato fossero molti. Lo scetticismo invece non è stato un problema, anzi dalla prima settimana di vaccinazione gli israeliani hanno chiamato in massa per cercare di prenotare la loro dose. La campagna è iniziata il 20 dicembre, sette giorni in anticipo rispetto alla data annunciata. La priorità viene data al personale sanitario, alla popolazione con più di sessant’anni di età e l’obiettivo fissato dal premier Benjamin Netanyahu è di raggiungere le 150 mila immunizzazioni al giorno, così da avere, per la fine di gennaio, almeno un quarto della popolazione già vaccinata, circa 2,25 milioni di israeliani su un totale di 9,2 milioni di abitanti. Secondo alcuni commentatori però è possibile che tutto procederà in modo ancora più rapido. I dati del ministero della Salute indicano che già il 21 per cento della popolazione con più di sessant’anni ha ricevuto l'iniezione e domenica, dopo una settimana dall’inizio della campagna, il totale dei vaccinati era di 379.000 israeliani.
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