La presenza di Emmanuel Macron alla conferenza di conclusione dei negoziati per il Cai non è piaciuta a nessuno, da Palazzo Chigi alla Farnesina. Eppure il motivo dell'esclusione è da far risalire a quel marzo del 2019, quando l'Italia ha steso il tappeto rosso a Xi Jinping mentre Parigi, Berlino e Bruxelles facevano fronte comune
All’Italia non è piaciuta la mossa europea di velocizzare l’intesa sugli investimenti con Pechino. Dalla Farnesina a Palazzo Chigi si avverte la sensazione di un’occasione mancata, anzi di un’estromissione, perché Roma è stata sostanzialmente spettatrice dei negoziati, specialmente quelli dell’ultimo minuto. Per capire l’origine di un accordo che ha avuto una guida franco-tedesca, però, bisogna tornare indietro a due anni fa, quando l’Italia, improvvisamente, ha accelerato il suo rapporto bilaterale con Pechino, con la pasticciata firma d’ingresso nel progetto della Via della Seta che non ha portato alcun vantaggio al paese, ma che ha sollevato i dubbi di parecchi alleati.
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