L'assalto al Congresso non deve sorprendere, ci dice l'ex consigliere di Hillary Clinton e Obama: "Le responsabilità sono di tutti, per riscrivere il contratto sociale bisogna che tutti accettino di fare la loro parte, dovrà essere uno sforzo collettivo perché mancano figure grandi"
Secondo Alec Ross “nessuno dovrebbe sorprendersi di quanto è accaduto al Campidoglio”. Non è stato un imprevisto, dice al Foglio l’ex consigliere per l’innovazione di Hillary Clinton, collaboratore di Barack Obama, scrittore e oggi docente della Bologna Business School. Ross non è più dentro al governo americano dal 2013, aveva detto di volersene andare per dedicarsi alla scrittura, oggi studia le trasformazioni della sua America, e non solo. “C’è una linea diretta – spiega – che percorre questi quattro anni di Donald Trump alla Casa Bianca e porta dritti dritti a quello che è accaduto mercoledì. Una linea che incita alla violenza, produce disinformazione e radicalizza i sostenitori, è quello che ha fatto Trump in questi anni, io non sono sorpreso”. Gli Stati Uniti sono un paese diviso e i cappellini rossi che sfondavano le barriere della polizia per impedire la conferma di Joe Biden sono una parte di questo paese. L’assalto al Campidoglio è stato la dimostrazione, per chi aveva bisogno di vederla in modo più chiaro, che qualcosa si è rotto dentro alla democrazia americana. “Dei 74 milioni di persone che hanno votato per Trump a novembre, venti milioni sono stati radicalizzati. Non è un numero esiguo. L’assalto di ieri per Trump e per la sua base è stato un momento di esaltazione, ma per la maggior parte dei cittadini americani è stato un giorno bruttissimo”.
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