Non è orwelliano il calcio in culo a Trump su Twitter, ovvio modo di allontanare l’uomo col cerino acceso dal bidone di benzina, è orwelliano semmai l’uso che di Twitter ha fatto questo uomo di potere sconclusionato ma metodico, questo pericoloso rottame di tutte le peggiori demagogie del mondo e dell’America. Vuoi abolire la democrazia liberale, che è il regime più antipatico a eccezione di tutti gli altri? Una volta ti prendevi la radio, e il Grande Fratello si prendeva la neolingua, poi ti prendevi la televisione, infine ti prendi Twitter e Facebook e li trasformi, da una posizione di potere che si vuole incondizionato, in uno squillo di tromba permanente per l’affermazione incandescente del tuo mito eversivo, della tua irridente indipendenza dalle procedure costituzionali, dalla divisione dei poteri, dalle pratiche di verità e controverità che sono il sale della minestra democratica e liberale. Il cinguettio del presidente mattocchio e paranoico non è parte della conversazione, è un modo non molto sottile ma efficace di abolirla e sostituirla con l’urlo barbarico buono per grotteschi popoli travestiti da Vichinghi.
Che un Cacciari e il nostro amato Meotti gridino allo scandalo per l’azione di censura di un privato ai danni di un’istituzione è un segno dei tempi.
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