Una fuga disastrosa di dati espone tutti gli iscritti alla piattaforma frequentata dalla destra americana, da QAnon e dai gruppi dell'irruzione al Campidoglio. Forse il piano di Trump per il dopo-presidenza naufraga
Non si sono ancora comprese davvero le dimensioni del disastro per Donald Trump, per i suoi progetti dopo la fine della presidenza e per i suoi numerosissimi sostenitori dopo l’irruzione al Campidoglio di sei giorni fa. Prendiamo il caso di Parler, la piattaforma social che in teoria doveva sostituire Twitter e Facebook e diventare il nuovo centro di aggregazione senza censura dell’estrema destra americana. Non soltanto Google e Apple hanno bandito la app dai loro store online e non soltanto Amazon l’ha buttata fuori dal suo servizio di hosting (in pratica: ha spento il sito), ma in questo momento per colpa di un errore catastrofico le informazioni private dei dieci milioni di utenti che a partire dal 2018 avevano scaricato Parler sono disponibili a chiunque – basta cercarle online.
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